Terzo appuntamento dedicato a Elvis Presley: oggi parliamo di "Elvis is Back!"
Â
Nel marzo del 1960 il Re del Rock 'n Roll ritorna dal servizio militare e, dopo un'apparizione nello show televisivo condotto da Frank Sinatra, si precipita in studio per registrare il singolo "Stuck On You", che viene accolto con grande affetto dai fan, totalizzando un milione di vendite solo su prenotazione. Già da questo disco si intuisce la nuova direzione intrapresa dell'artista, che volge verso uno stile più morbido da crooner, come confermato anche dalle successive "It's Now Or Never", "Surrender" e "Are You Lonesome Tonight?". Nell'aprile del 1960 esce "Elvis Is Back!", che si compone di 12 tracce registrate ancora una volta con la collaborazione del chitarrista Scotty Moore e del batterista D. J. Fontana, a cui si aggiungono anche il pianista Floyd Cramer e il sassofonista Boots Randolph. L'album segna un avvicinamento alla musica pop, ma propone anche brani rock e rhythm and blues, come "Like a Baby", "Reconsider Baby" e "Dirty, Dirty Feeling" (quest'ultima opera del duo Leiber-Stoller). Spicca tra tutte la suadente cover di "Fever", ispirata alla versione resa celebre da Peggy Lee. La voce di Elvis, grazie alle tecniche apprese tramite l'amico Charlie Hodge durante il periodo nell'esercito, acquista spessore e sicurezza e viene particolarmente lodata dai critici. Come dichiarato dallo storico della musica John Robertson, Elvis riesce ad essere credibile in tutte le sue sfumature, da provocante idolo dei teenager a vivace cantante blues, da sofisticato showman da nightclub a turbolenta anima rock. Pubblicato pochi giorni dopo il termine delle registrazioni, "Elvis is Back!" raggiunge la seconda posizione nella classifica americana ed è oggi annoverato tra i migliori album dell'artista. Nonostante i ripetuti successi in campo musicale, negli anni a seguire Elvis si dedica principalmente al cinema, con commedie leggere come "G.I. Blues"(1957) e "Blue Hawaii"(1961), ma anche film drammatici come "Flaming Star"(1960) e "Wild in the Country" (1961). Per ogni pellicola viene composta una colonna sonora da promuovere parallelamente e, se per un certo periodo questa formula si rivela efficace, grazie anche a brani celebri come "Can't Help Falling in Love" (1961) e "Return to Sender" (1962), dall'altro la produzione artistica di Elvis ne risente notevolmente. Infatti, l'unico album in cui compare nuovo materiale arriva nel 1967, "How Great Thou Art", un disco gospel con cui il Re si aggiudica la vittoria del suo primo Grammy Award. Dal 1961 al 1968 le luci di Hollywood tengono Elvis lontano dai concerti, ma a un'assenza così lunga non si può che rimediare con un ritorno in grande stile: trasmesso in televisione l'8 dicembre del 1968, "Elvis" (noto in seguito come "'68 Comeback Special") è lo speciale con cui l'artista torna ufficialmente sui suoi passi, esibendosi sul palco con una tuta di pelle nera nello stile rock 'n roll dei primi anni. Lo show è un successo e Elvis dichiara "non canterò mai più una canzone in cui non credo davvero". Da qui, ha inizio una lunga serie di concerti e sessioni di registrazione che terranno impegnato l'artista per gli anni a seguire. Tuttavia, il divorzio dalla moglie Priscilla Beaulieu nel 1972 e una forte diffidenza verso gli estranei a seguito dell'aggressione da parte di un fan nel 1973, conducono Elvis all'isolamento, all'abuso di sostanze e a cattive abitudini alimentari. Inoltre, i problemi finanziari dovuti alle spese del Colonnello Parker e della famiglia dell'artista lo costringono a tour sempre più estenuanti e in condizioni pietose, conducendolo alla morte per arresto cardiaco nel 1977, a soli 42 anni.Â
Per ricordare questa leggenda della musica vi invitiamo oggi all'ascolto di "Can't Help Falling In Love", uno dei brani che meglio testimoniano il talento senza eguali dell'eterno Re del Rock 'n Roll.