Ben ritrovati a un nuovo appuntamento con Musical Disclosure. Questa settimana è dedicata a una delle band che hanno fatto la storia del punk: i Joy Division.
Il gruppo nasce nel 1976 a Salford, in Inghilterra, per volontà dei compagni di scuola Bernard Summer e Peter Hook, che dopo essere stati a un concerto dei Sex Pistols sviluppano il desiderio di creare una loro band, il primo imbracciando la chitarra e il secondo il basso. Tramite annuncio trovano il cantante Ian Curtis e sentendosi subito in sintonia decidono di includerlo nel gruppo. Si susseguiranno diversi batteristi prima dell'arrivo di Stephen Morris nel 1977, con il quale i Joy Division (fino al 1978 i Warsaw, dal brano "Warszawa" di Bowie) giungeranno alla loro storica formazione. Il nome della band viene scelto da Curtis e fa riferimento alle donne prigioniere nei lager nazisti destinate all'intrattenimento sessuale dei soldati tedeschi. Questo dettaglio, insieme alla copertina del loro EP di debutto "An Ideal For Living" (1978) raffigurante un membro della Gioventù Hitleriana, saranno alla base di speculazioni in merito all'orientamento politico della band, che vede invece in questo una provocazione coerente con il proprio spirito. All'interno dell’EP troviamo quattro dei pezzi più rappresentativi della band: "Warsaw", "No Love Lost", "Leaders Of Men" e "Failures". Nella prima, Curtis esordisce con il satirico conto alla rovescia “3 5 0 1 2 5 Go!", nel quale le cifre riprendono il numero di serie assegnato a Rudolf Hess, il viceführer di Hitler, fatto prigioniero in Scozia durante la seconda guerra mondiale. A un concerto a Manchester i Joy Division conoscono Rob Gretton, futuro manager del gruppo e, secondo molti, artefice del loro successo. Nel gennaio 1979 compaiono infatti sulla copertina del'NME (New Musical Express, nota rivista musicale inglese) e registrano per BBC Radio 1. Ma già il mese prima Ian Curtis va incontro alla sua prima crisi epilettica acuta diagnosticata e viene quindi ricoverato in ospedale, mettendo in allarme i compagni e la moglie Deborah. Il 1979 e il 1980 vedono l’uscita dei successivi due album della band, “Unknown Pleasures” e “Closer”, ma l’epilessia di Curtis e il suo stato emotivo non accennano a migliorare, quest’ultimo compromesso anche dalla difficile relazione con la moglie. La concatenazione di questi eventi sarà fatale per Curtis che, la sera del 18 maggio 1980, arriva a suicidarsi nella sua casa a Macclesfield, il giorno prima della partenza per il tour americano della band.
Vi lasciamo oggi all’ascolto di “Warsaw”, che coincide con la fase più primitiva ma non per questo meno incisiva della band.