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Musical Disclosure by Perform School of music Episodio 169

2025-05-14 19:26

Redazione Perform School of music

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Musical Disclosure by Perform School of music Episodio 169

Primo appuntamento dedicato a Elvis Presley.

Ben ritrovati a un nuovo appuntamento con Musical Disclosure. I prossimi articoli sono dedicati a un'autentica leggenda della storia della musica, capace di plasmare il suono di un epoca e di influenzare un numero incalcolabile di artisti a partire dagli anni '50 del secolo scorso fino a oggi: il Re del Rock 'n Roll, Elvis Presley.

 

Nato a Tupelo, Mississippi, nel 1953, Elvis Aaron Presley sviluppa sin da bambino un forte legame con il padre Vernon e la madre Gladys. Le condizioni economiche della famiglia sono piuttosto precarie, ma Elvis riesce ad avvicinarsi alla musica tramite la chiesa locale, la Assembly of God, dove muove i primi passi sulle note di brani gospel. Per il suo ottavo compleanno si fa regalare una chitarra e inizia a strimpellare melodie ascoltate durante le riunioni di famiglia. Nel 1948, alla ricerca di migliori prospettive di lavoro, i Presley si trasferiscono a Memphis, nel Tennessee. Lo stile eccentrico del giovane Elvis, caratterizzato da vestiti di colori sgargianti e da un insolito ciuffo di capelli, unito al suo carattere introverso e all'attaccamento quasi ossessivo nei confronti della madre, gli rendono difficile l'integrazione con i coetanei e non mancano certo episodi di bullismo. Ma c'è una cosa che rende davvero speciale Elvis ed è il suo rapporto con la comunità afroamericana: il continuo contatto con la cultura black permette all'artista di sviluppare sin da bambino un atteggiamento totalmente antirazzista, ponendo le basi per quello che in musica si tramuterà in un'innovativa fusione tra il country, tradizionalmente "bianco", e il rhythm and blues, "nero". Nel 1953 Elvis si diploma, ormai consapevole di voler fare della musica il suo futuro. Lavorando come camionista per aiutare la famiglia, nota un piccolo studio di registrazione, chiamato Sun Studios, dove decide di registrare un brano da regalare alla madre per il suo compleanno. Il proprietario della Sun Records, Sam Philips, rimane immediatamente colpito dalla sua voce e si offre di contattare due esperti musicisti, il chitarrista Scotty Moore e il bassista Bill Black, per alcune sessioni di registrazione. Da questo incontro nasce una innovativa rielaborazione di un vecchio pezzo country di Artur Crudrup, “That’s All Right Mama”, che Philips decide di incidere e pubblicare nel luglio dello stesso anno. La cover riscuote un enorme successo tra i giovani americani, che rimangono stregati dal ritmo scatenato e dal timbro unico di Elvis, diventato già pioniere del rockabilly, una rivoluzionaria fusione uptempo tra country e rhythm and blues. Nelle sue prime esibizioni live, Elvis dimostra di essere anche un frontman eccezionale, mandando il pubblico femminile in visibilio con le sue movenze provocanti, che gli guadagneranno l'appellativo di "Elvis The Pelvis". I successivi singoli, reinterpretazioni rock 'n roll di "Good Rockin' Tonight", "Mystery Train" e "Baby Let's Play House", entrano rapidamente nelle classifiche country e rhythm and blues, facendo crescere ulteriormente la fama dell'artista. Proprio per questo motivo, la Sun Records, essendo ormai una realtà troppo piccola per sostenere l'ascesa della futura star, decide di venderne il contratto alla RCA Vector, una casa discografica di portata nazionale. Elvis, inoltre, viene affidato a Thomas Andrew Parker, detto "il Colonnello", che sarà il suo manager per tutto il resto della carriera. Nel 1956 la Rca pubblica "Heartbreak Hotel/I Was The One", che in seguito alla prima apparizione televisiva nazionale di Elvis svetta in cima a tutte le classifiche. Il modo di ballare del cantante, però, non lascia indifferente la parte più bigotta della società americana degli anni '50, che per il suo stile provocante lo definisce pericoloso per lo sviluppo della gioventù bianca. L'album di debutto omonimo, "Elvis Presley", viene pubblicato nel marzo dello stesso anno e contiene le indimenticabili "Blue Suede Shoes", "Tutti Frutti" e "I Got a Woman" (scritte rispettivamente da Carl Jerkins, Little Richard e Ray Charles), che Elvis trasforma in trascinanti inni rock 'n roll sostituendo la chitarra al pianoforte delle originali. Da pezzi come "Blue Moon" e "I'll Never Let You Go" traspare anche un Elvis più delicato, che emergerà particolarmente negli album successivi. Impossibile non menzionare lo strepitoso successo di "Hound Dog", che pur non facendo parte del disco viene aggiunta alle esibizioni live in seguito alla sua pubblicazione. 


Vi lasciamo oggi proprio con questo grande classico del Re, in grado di infiammare milioni di teenager con la sua energia travolgente.

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