Secondo appuntamento dedicato a Lana del Rey: oggi parliamo di "Ultraviolence".
Nel 2012, dopo il successo di "Born to Die", Lana sembra escludere l'ipotesi di un terzo album. L'artista dichiara infatti di aver già detto tutto ciò che aveva da dire, rafforzando, se non altro, la tesi complottistica di chi la definisce una industry plant, creata a tavolino per soddisfare le richieste di un pubblico indie alla ricerca del suo idolo da venerare. Il ritorno in studio, tuttavia, non tarda ad arrivare: dal febbraio 2013 Lana si mette all'opera e collaborando con vari produttori, tra cui Dan Auerbach e Greg Kurstin, dà il via alla stesura del nuovo disco. Il sound di "Ultraviolence" è decisamente più spoglio rispetto a quello di "Born to Die", ma mantiene il suo carattere dark e cinematografico. Le chitarre, unite a un uso massiccio di echi e riverberi, sono al centro di quasi tutte le produzioni e traghettano l'album verso uno stile a metà tra l'indie rock e il dream pop, in cui la voce di Lana emerge ancora più intensa e malinconica. L'album si apre con "Cruel World", una break-up song di quasi 7 minuti trainata da chitarre dal sapore rock anni '70, che annunciano la nuova direzione sonora dell'artista. Seguono la title-track "Ultraviolence", che nel ritornello cita il brano “He Hit Me (And It Felt Like a Kiss)” delle Crystals, e "Shades of Cool", una ballad cupa che rimanda alle atmosfere di gruppi come Cocteau Twins e Portishead. Nella sognante "Brooklyn Baby" Lana traccia le linee di una storia d'amore che ha come sfondo la città di New York. Il brano, pensato per una collaborazione con il cantante Lou Reed, morto tragicamente il giorno stesso dell'arrivo di Lana nella Grande Mela, recita infatti: "Well, my boyfriend's in a band/He plays guitar while I sing Lou Reed" ("Il mio ragazzo è in una band/Suona la chitarra mentre canto Lou Reed). Il rock psichedelico di "West-Coast", sapientemente arrangiato da Dan Auerbach, attinge ampiamente da reggae e blues, mentre la ballad "Sad Girl" assume il punto di vista di un'amante ossessionata dal suo uomo. Prendono una piega vagamente sarcastica le successive "Money Power Glory" e “Fucked My Way Up to the Top”, in cui Lana ironizza sulla fama e sui media. Chiudono il disco la romantica "Old Money" e la cover di "The Other Woman", brano portato al successo da Nina Simone e interpretato anche da Jeff Buckley. "Ultraviolence" riceve recensioni generalmente positive, che lodano la coesione tra testi, produzioni e performance vocali. L'album debutta inoltre in prima posizione nelle classifiche di undici paesi, inclusa quella americana, con un totale di quasi 200'000 vendite nella prima settimana dalla pubblicazione.
Vi invitiamo oggi ad immergervi nelle atmosfere avvolgenti di "Ultraviolence" con "Brooklyn Baby", uno dei brani che meglio testimoniano il grande talento di questa artista dal fascino magnetico. Buon ascolto!