Terzo appuntamento dedicato a Michael Jackson: oggi parliamo di "Bad".
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Dopo il successo irripetibile di "Thriller", Jackson è a tutti gli effetti l'artista afroamericano più rilevante nel panorama musicale globale. Tuttavia, l'incrinarsi di rapporti familiari e di amicizie all'interno del mondo delle celebrità , unito alle pressioni della fama, portano l'artista ad allontanarsi dai riflettori nel 1985. Trascorrono ancora due anni prima della pubblicazione di "Bad" (1987), settimo album in studio e ultimo prodotto in collaborazione con Quincy Jones. Caratterizzato da un sound più aggressivo rispetto al lavoro precedente, "Bad" ripropone l'amalgama di generi e di influenze musicali che aveva fatto il successo di "Thriller", tra dance, R&B, funk, soul, jazz e rock, ricorrendo tuttavia a una più vasta gamma di suoni e sintetizzatori digitali. Il titolo stesso dell'album annuncia la nuova traiettoria tracciata da Jackson e la sua immagine cambia conseguentemente: capi neri, fibbie e cinture borchiate caratterizzano questo nuovo capitolo musicale. L'uso della chirurgia estetica, tuttavia, unito al progressivo schiarimento della pelle del cantante, generano voci e controversie sul suo conto, specie tra i suoi fan afroamericani. La ricerca di suoni innovativi da parte di Jackson si traduce in un ampio utilizzo di sintetizzatori tra cui il Fairlight CMI e il Synclaver PSMT, talvolta combinandoli al fine di ottenere nuovi stimoli. La stesura di questo progetto vede Jackson autore di quasi tutti i brani, trattando temi quali la lotta al bullismo, l'amore, la speranza, l'auto-miglioramento e i media. L'album si apre con "Bad": originariamente pensata come duetto con Prince, la canzone si ispira alla storia di un giovane afroamericano ucciso per invidia dai compagni del "ghetto" dopo aver frequentato una scuola privata a New York, e del quale Jackson aveva letto in un articolo di giornale. Si passa poi al ritmo dance di "The Way You Make Me Feel" e di "Speed Demon", per arrivare alle atmosfere vagamente tribali di "Liberian Girl", con la cantante sudafricana Letta Mbulu che sulle note di un canto Swahili ci trasporta verso il continente africano. La penna di Jackson si fa da parte e lascia il posto al duo Siedah Garrett-Glen Ballard per la celebre "Man in the Mirror", in cui la popstar ci ricorda che per rendere il mondo un posto migliore occorre che il cambiamento parta prima di tutto da noi stessi, dall'"uomo nello specchio". Primo singolo tratto dall'album, "I Just Can't Stop Loving You", è la ballad con cui Jackson decide di aprire le porte su "Bad", in un romantico duetto con Siedah Garrett. Il clima torna però a farsi cupo con "Dirty Diana", pezzo rock in cui Jackson scarica tutta la sua rabbia verso una groupie, colpevole di aver ferito i sentimenti del cantante. Chiudono il disco il groove rock-R&B di "Smooth Criminal" e il funk di "Leave Me Alone". Nonostante le altissime aspettative dopo le vendite da record di "Thriller", l'album raggiunge la prima posizione nella classifica americana e in altri 24 paesi, diventando il disco più venduto a cavallo tra il 1987 e il 1988. I singoli conquistano la cima delle classifiche e i critici rinnovano le lodi al conclamato talento di Jackson, capace di influenzare un incalcolabile numero di artisti dagli anni '80 a oggi.
Concludiamo questo viaggio nella musica del Re del Pop con "Smooth Criminal", un brano che a distanza di quasi 40 anni suona ancora incredibilmente moderno. Buon ascolto!