Secondo appuntamento dedicato ai "The Police": oggi parliamo di "Ghost in the Machine".
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Dopo il successo di "Reggatta de Blanc", la band pubblica nel 1980 il suo terzo album "Zenyatta Mondatta". Nonostante i diversi premi e riconoscimenti ottenuti per il disco, il gruppo non nasconde la propria insoddisfazione commentando il progetto a posteriori: scritto durante il secondo tour e registrato in quattro settimane, "Zenyatta Mondatta" è figlio delle pressioni a cui i The Police sono sottoposti durante la sua composizione. I testi, tuttavia, portano una svolta importante, sempre più rivolti agli eventi politici dell'epoca, come in "Bombs Away", in cui Copeland scrive espressamente sull'invasione sovietica dell'Afghanistan. Sulla stessa linea prosegue anche "Ghost In The Machine" (1981), quinto album in studio della band. In questo progetto, la produzione passa nelle mani di Hugh Padgham, conosciuto nel campo per il suono di batteria messo a punto per artisti come Peter Gabriel e Phil Collins. Fanno la loro comparsa nuovi strumenti come tastiere, synth e fiati. Questa nuova direzione non incontra subito il gusto di Summers, che vorrebbe mantenere la formula collaudata di batteria, basso e chitarra dei primi album. Senza mezzi termini, dichiara infatti di sentirsi un musicista al servizio dei brani pop di Sting. Tra i singoli scelti per lanciare il disco troviamo "Invisible Sun", "Every Little Thing She Does Is Magic", "Spirits in the Material World" e "Secret Journey". Il primo, con il suo beat di sintetizzatore oscuro e il suo testo di denuncia, chiarisce subito la nuova traiettoria descritta della band. Nonostante l'atmosfera cupa, il brano porta avanti un messaggio ottimista, riflettendo sulla forza delle popolazioni colpite dai conflitti o dalla povertà di credere nell'esistenza di un "sole invisibile" durante i periodi più bui. In questo senso, il brano assume un valore estremamente personale per Copeland, la cui città natale, Beirut, era devastata dai bombardamenti durante il periodo di registrazione. Il secondo singolo, "Every Little Thing She Does Is Magic", con il suo suono vagamente caraibico e il piano di Jean Roussel, è un brano decisamente più leggero. "Spirits In The Material World" rappresenta il primo esperimento di Sting nell'uso dei synth ed è caratterizzato dalla sovrapposizione tra un Prophet-5 e la chitarra reggae di Summers. Con l'ultimo singolo "Secret Journey", l'atmosfera si fa invece mistica ed evanescente, mentre Sting racconta di un uomo la cui saggezza lo ispira a ritrovare la luce nell'oscurità . L'approccio a tratti filosofico dell'album si giustifica già a partire dal titolo: "The Ghost In The Machine" di Arthur Koestler è infatti un saggio che tratta il tema della tendenza umana all'autodistruzione, analizzando in particolare la corsa agli armamenti nucleari. Il disco raggiunge la prima posizione nella classfica inglese e la seconda in quella americana, guadagnando inoltre vasti apprezzamenti da parte della critica.Â
Oggi vi consigliamo l'ascolto di "Every Little Thing She Does Is Magic", per apprezzare i The Police nella loro chiave più spensierata, ma non per questo meno complessa o scontata.Â